

La vicenda della pellegrina Egeria, vissuta alla fine del IV secolo d.C. e originaria di una regione dell’Occidente, corrispondente forse ai territori del nord della Spagna
SINOSSI
La vicenda della pellegrina Egeria, vissuta alla fine del IV secolo d.C. e originaria di una regione dell’Occidente, corrispondente forse ai territori del nord della Spagna, costituisce un esempio di estremo interesse sia per il contesto di riferimento, nell’ambito del mondo antico, sia in rapporto ai nostri tempi.
Nei primi secoli dell’era cristiana, infatti, sono rari gli esempi di figure femminili che hanno avuto la possibilità di intraprendere un viaggio così lungo e soprattutto che hanno lasciato un resoconto scritto dei propri spostamenti. Il viaggio, in particolare, come occasione privilegiata di confronto con ambienti e persone diverse, ma anche quale luogo metaforico di crescita interiore e di riflessione personale e spirituale, esprime poi, senza dubbio, una condizione esistenziale comune anche ai nostri giorni. Il racconto delle esperienze vissute rappresenta, dunque, di certo, la traccia più significativa e duratura del percorso compiuto e dei luoghi visitati, e costituisce, nello stesso tempo, la testimonianza diretta delle emozioni provate.
Egeria ha percorso, in prima persona, il cammino dei pellegrini attraverso i luoghi santi del giudaismo e del cristianesimo: il suo testo regala numerosi spunti per un confronto autentico e del tutto particolare con l’esperienza straordinaria compiuta da una singolare viaggiatrice.
L’Itinerarium Egeriae, un testo contraddistinto da interessanti peculiarità linguistiche, ricco di argomenti storici e geografici, liturgici e biblici, rivela soprattutto la personalità e la sensibilità della scrittrice. Emerge, infatti, dalle pagine del diario, il temperamento vivace e impulsivo della donna, la singolare curiosità che la spinge a superare difficoltà di ogni tipo pur di raggiungere i luoghi più remoti. Il suo sguardo è sempre attento a cogliere i particolari delle situazioni descritte e a mettere in luce il carattere e gli atteggiamenti delle persone incontrate. Il racconto, inoltre, manifesta l’interesse straordinario della donna per i paesaggi e per gli ambienti naturali attraversati durante i lunghi itinerari, sia a piedi sia a cavallo.
L’esperienza della pellegrina, per quanto lontana nel tempo, giunge dunque ai nostri giorni attraverso il limpido e suggestivo resoconto del suo viaggio: una testimonianza d’eccezione che non appare, in realtà, così distante dallo spirito e dalla sensibilità delle moderne viaggiatrici.
La riscoperta dei numerosi ‘cammini’, ovvero delle antiche vie di pellegrinaggio, da sempre in grado di stabilire contatti tra mondi lontani, rappresenta, infatti, un fenomeno abbastanza diffuso nel nostro tempo che si può considerare, a ragione, un lontano ma significativo riflesso dell’esperienza descritta dalla pellegrina Egeria.
PROFILO DELL'AUTORE
Monica Ricciardi è nata a Napoli nel 1968. Laureata in Lettere all’Università di Roma “La Sapienza” con una tesi in archeologia cristiana, si è poi specializzata, a Matera, in archeologia tardo-antica e medievale e ancora a Roma presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana. Negli anni successivi ha collaborato con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e con i Musei Vaticani occupandosi principalmente di archeologia funeraria e seguendo numerosi scavi in necropoli pagane e nelle catacombe cristiane.